Cicli e percentuale di carica sono, insieme al calore, i fattori che determinano maggiormente l’usura della batteria del laptop. Ecco come comportarsi
Inizialmente
estremamente performanti – i modelli top di gamma garantiscono
un’autonomia che sfiora, e in alcuni casi supera, le 10 ore – le batterie dei laptop
possono finire con il degradarsi anche piuttosto velocemente. Dopo un
anno, infatti, l’autonomia scende drasticamente e in alcuni casi
potrebbe ridursi della metà.
Molto, però, dipende anche
dall’utilizzo che si fa del computer portatile e di come si “tratta” la
batteria. Come accade per quella dello smartphone, infatti, sono
necessari alcuni accorgimenti che permettono di non rovinare la batteria
del computer portatile e preservarne, così, autonomia e durata. Uno dei
trucchi più efficaci, in questo caso, sta nel gestire al meglio i cicli
di carica e scarica: ogni batteria, infatti, ha un numero finito di
cicli di ricarica (solitamente tra gli 800 e i 1.000), valore oltre il
quale non riuscirà più a caricarsi completamente. Scoprire se è
consigliabile tenere la batteria sotto carica mentre si usa il laptop o
se è meglio togliere la batteria quando il dispositivo è collegato alla
presa della corrente potrebbe fare la differenza.
Gestire i cicli di ricarica
Una
corretta gestione dei cicli di carica e scarica della batteria
consentirà di allungarne la vita ed evitare che l’autonomia si riduca
notevolmente dopo pochi mesi di utilizzo. Come dimostrano diverse
ricerche sul tema – non ultima, quella realizzata dalla Battery
University – una batteria agli ioni di litio non andrebbe mai ricaricata
completamente, né fatta scaricare del tutto. Una ricarica del 100%,
infatti, ridurrà i “cicli di vita” a disposizione dell’accumulatore,
mentre limitandosi a cariche da 80-90% si riuscirà a ottimizzare il
tutto, riuscendo a raddoppiare (o quasi) l’aspettativa di vita della
batteria.
Il calore rovina le batterie
Il calore è tra le
cause principali di batterie degradate e dalla scarsa durata.
Temperature oltre i 30 gradi centigradi, infatti, fanno sì che i legami
chimici tra gli ioni di litio si deteriorino in fretta e si rompano,
limitando così la capacità di carica dell’accumulatore. La produzione di
calore, però, è anche uno degli “effetti secondari” della ricarica
delle batterie: insomma, più a lungo si ricaricano le batterie, più si
corre il rischio di ridurne l’aspettativa di vita. Se la temperatura
della batteria dovesse restare per tre mesi oltre i 40 gradi centigradi –
tanto per fare un esempio – si calcola che perderà il 35% circa della
sua capacità di accumulo (e autonomia, di conseguenza).
Caricare il computer mentre si lavora
Nonostante
gli sforzi in questo senso, non esiste un’indicazione unica e univoca
se si possa tenere il computer costantemente sotto carica mentre si
lavora o si gioca. Ogni produttore, infatti, fornisce indicazioni più o
meno differenti sul comportamento da tenere: alcuni affermano che non è
necessario rimuovere la batteria anche una volta che ha raggiunto il
livello di carica desiderato (tanto che alcuni modelli non hanno
batteria rimovibile); altri, invece, consigliano di staccare la spina
della corrente una volta che la batteria è carica a sufficienza.
3 trucchi per non rovinare la batteria del computer portatile
domenica 12 agosto 2018
Nonostante ciò, la decisione ultima spetta all’utente. Nel caso in cui si decidesse di tenere la batteria
costantemente sotto carica, verificate che la temperatura ambientale
non sia elevata e i sistemi di dissipazione del calore del PC funzionino
alla perfezione. Se, invece, si sceglie di togliere la batteria è
necessario accertarsi che sia carica all’incirca del 50%: valori più
elevati o più bassi potrebbero comprometterne definitivamente il
funzionamento.
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