Cos'è il Wi-Fi 6 e Perché è Così Importante Averlo in Casa

venerdì 7 maggio 2021

Il Wi-Fi 6 è l'ultimo standard disponibile per le connessioni wireless in casa e in ufficio ed è un enorme salto in avanti rispetto ai vecchi Wi-Fi 4 e 5. Ecco perché.


Quando si parla di connessione a Internet in molti danno ormai per scontato che si parli di connessione wireless, senza fili. Ciò è dovuto al successo dello standard Wi-Fi, che ormai è entrato in tutte le case dotate di connessione e ha cambiato il modo di accedere a Internet.

Se prima era necessaria una postazione fissa e un cavo di rete per collegare il dispositivo al router, adesso fanno tutto le antenne e possiamo girare liberamente in casa con il nostro smartphone, tablet o laptop connessi a Internet. Ma non solo: grazie al Wi-Fi possiamo connettere anche decine di dispositivi smart sparsi in tutta la casa e, ciliegina sulla torta, anche la smart TV che grazie al Wi-Fi ci permette di accedere alle piattaforme di streaming come Netflix, YouTube, Amazon Prime Video o Disney+. Insomma, senza il Wi-Fi la nostra quotidianità dentro le mura sarebbe molto diversa e questo ormai lo sanno tutti. Quello che in molti non sanno, invece, che di Wi-Fi ce ne sono diversi: lo standard si è evoluto moltissimo negli ultimi anni e l’ultima versione stabile di questa tecnologia si chiama Wi-Fi 6.

Wi-Fi 6: cosa cambia
In moltissime case italiane è ancora presente un router Wi-Fi 4 (standard 802.11n). Questi router possono usare le frequenze di 2,4 o 5 GHz e hanno una velocità massima di 300 Mbit al secondo. Se invece il router è Wi-Fi 5 (standard 802.11ac), la velocità massima è di oltre 10 volte superiore: 3,5 Gbit per secondo. Acquistando un router Wi-Fi 6 (standard 802.11ax) la velocità massima teorica sale a ben 9,6 Gbit per secondo (ma al momento non ci sono prodotti in grado di raggiungere questo picco teorico).

A questo punto molti lettori penseranno: “non ho bisogno di un router Wi-Fi 6 perché ne ho già uno Wi-Fi 5 e non ho problemi di velocità“. Non è corretto al 100%, perché la velocità maggiore non è l’unico vantaggio della nuova tecnologia.

Il Wi-Fi 6, infatti, rispetto alle versioni precedenti è anche molto più efficiente nel gestire i dispositivi connessi. Questo perché è in grado di spalmare le frequenze utilizzate in più sottocanali, cosa che permette di comunicare con i vari dispositivi usando sottocanali diversi. Questa tecnologia si chiama OFDMA (Orthogonal Frequency-Division Multiple Access).

Quando più dispositivi usano le stesse frequenze, infatti, il canale usato si satura in fretta e la velocità crolla (anche se tutti gli altri canali sono liberi). I router Wi-Fi 6 riescono a fare ciò grazie a più antenne integrate al loro interno, cosa che permette anche una maggiore direzionalità del segnale.

Questo vuol dire, in pratica, che se abbiamo un dispositivo molto lontano dal router ma che richiede molta banda dati (ad esempio una smart TV che sta riproducendo un contenuto in streaming) il router può “concentrare" il segnale sull’antenna che punta verso quel dispositivo.

Inoltre, la tecnologia Wi-Fi 6 permette di ridurre le interferenze separando maggiormente il segnale emesso dal router da quello emesso da eventuali altri router nelle vicinanze (scenario tipico: il condominio con molte abitazioni connesse). Infine, grazie alla tecnologia chiamata “Target wake time" (TWT) il router Wi-Fi 6 riesce a spegnersi più spesso quando non è effettivamente necessario che resti acceso e questo, logicamente, abbassa i consumi.

Quindi, ricapitolando, i vantaggi del Wi-Fi 6 rispetto ai protocolli precedenti sono:
Velocità di picco maggiore
Maggior numero di dispositivi collegabili
Migliore copertura del segnale
Minori interferenze
Minori consumi elettrici

Router Wi-Fi 6: come sceglierlo
Il Wi-Fi 6 è uno standard molto recente e i primi router certificati risalgono a circa un anno e mezzo fa. Oggi la maggior parte degli smartphone top di gamma è compatibile con questa versione (iPhone 11 e Samsung S10 furono tra i primi), come anche le migliori smart TV lo sono da circa un anno (ad esempio i Samsung QLED 8K presentati a inizio 2020). Nel giro di un paio d’anni, quindi, questa tecnologia sarà adottata anche dai dispositivi di fascia media e bassa.

Chi oggi ha in casa almeno un dispositivo compatibile Wi-Fi 6 e una ottima connessione a Internet (dalla fibra FTTC in su, qui vi spieghiamo come sceglierla), quindi, farebbe bene a sostituire il suo vecchio router con uno Wi-Fi 6: la differenza c’è e si vede, sia con i device compatibili sia con quelli vecchi (che, grazie al Wi-Fi 6, hanno più banda libera).

La scelta di router Wi-Fi 6 è già abbastanza articolata, ma su tutti spicca la recentissima novità del router Wi-Fi 6 mesh dual-band Amazon eero 6. Si tratta di un prodotto particolare, perché oltre al router Wi-Fi 6 integra anche la tecnologia mesh (una sorta di rete collaborativa, che ottimizza ulteriormente la trasmissione dei dati) e un hub in standard Zigbee per collegare moltissimi dispositivi per la smart home.

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Google Pixel 6: Nuove Conferme sul Chip Fatto in Casa

Secondo indizio in appena un mese sul presunto nuovo chip "made in Google" che equipaggerà i prossimi smartphone Pixel 6: sembra proprio che Google voglia rispondere ad Apple con la stessa strategia.


Ai primi di aprile il sito americano 9to5Google lancia la notizia bomba: Google sta preparando un chip proprietario per i suoi prossimi smartphone Pixel 6, esattamente come Apple usa i suoi A14 Bionic sugli iPhone 12. Adesso arrivano ulteriori conferme a questa ipotesi, provenienti da XDA Developers, e la cosa più interessante è che entrambe le fonti hanno trovato lo stesso nome per il progetto del nuovo chip: “Whitechapel“.

XDA ha trovato il riferimento a Whitechapel all’interno di una modifica del codice di Android Open Source Project (AOSP), cioè la versione libera di Android aperta agli sviluppatori dalla quale di solito partono i lavori di aggiornamento ad una nuova versione del sistema operativo mobile di Google. La modifica, per di più, è stata presentata da un programmatore di Google e questo aggiunge credibilità alla notizia. Agatha Christie diceva che “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova“. Di indizi qui ne abbiamo già due in un mese, quindi forse dovremmo iniziare a chiederci quando arriverà questo chip made in Google, non se arriverà.

Whitechapel: l’indizio nel codice
La modifica al codice di Android proposta dal team di Google è molto “di nicchia“: riguarda infatti la gestione del radar “Soli“, un componente introdotto da Google nello smartphone Pixel 4, poi abbandonato nel Pixel 5 e da poco riproposto nello smart display Google Nest Hub 2.

Nella discussione tra sviluppatori scaturita da questa proposta un ingegnere di Google ha pubblicato un link. All’interno di questo link sono presenti le parole “GS101“, che si suppone sia il nome del primo chip di Google (“GS" starebbe per “Google Silicon“), e “Whitechapel“, che si suppone sia il progetto complessivo di sviluppo di chip proprietari.

Oltre al postare il link l’ingegnere di Google ha anche scritto di un fantomatico dispositivo “P21“, che molti credono sia il Pixel 2021, cioè il prossimo Pixel 6.

Quando arriva Google Silicon
A questo punto, come dicevamo, viene da chiedersi già quando arriverà questo nuovo chip. Se tutti gli indizi visti fino ad ora dovessero tramutarsi in prove, allora già a fine agosto o inizio settembre Google potrebbe presentare il Pixel 6 con chip Google Silicon GS101.

Non resta che aspettare pochi mesi per sapere con certezza se, come in molti ormai credono, Google abbia intenzione di rispondere ad Apple con la sua stessa moneta.

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